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ANNI ’20 LA BOTTEGA ARTIGIANA

Dopo la I° Guerra Mondiale l’artigianato che caratterizzava il territorio di Quarrata, da attività residuale dell’agricoltura passa alla produzione all’interno dello spazio-bottega e innesca anche la trasformazione del territorio che in questo modo si trascrive da rurale ad urbano. “In questi anni lo sviluppo economico italiano cresce a stento tra abbondanza di manodopera e mancato decollo della industria” (1). 

ANNI ’30 L’ INDUSTRIA

“Le prime botteghe legate alla produzione manifatturiera sono una forma precapitalistica di produzione di tipo arretrato rispetto a quella di tipo avanzato” (2). Ma nel 1928 a Quarrata tra le piccole botteghe ne emerge una, la “Fabbrica di Ottomane di Alfonso Lenzi e figli” che riesce a conquistare un mercato proprio e ad assicurare il lavoro all’indotto per oltre cinquant’anni.

ANNI ’40 SPECIALIZZAZIONE

La ditta Lenzi porta fuori azienda alcune fasi della lavorazione nelle piccole botteghe, ognuna delle quali provvede alla commessa, utilizzando sia la materia prima sia le macchine che la ditta capofila le fornisce. Aumenta la gamma dei prodotti. Il salotto composto dal divano e due poltrone prende il posto dell’ottomana. La ditta Lenzi spedisce i suoi prodotti a Milano dove ha individuato la base del mercato nazionale da lei conquistato.

ANNI ’ 50 SI AFFERMA L’INDUSTRIA LENZI

Dopo la II° Guerra Mondiale, sotto la spinta del boom economico, a Quarrata Lenzi conquista un ruolo preminente, raggiungendo oltre 450 dipendenti e promuovendo anche il commercio nella mostra permanente, la prima da lei costruita nella via di accesso alla città.

Le case-laboratorio, sorte lungo le vie di comunicazione, continuano a lavorare per l’azienda madre. “Nel laboratorio di piccole dimensioni si produce per conto terzi mancando lo sbocco diretto sul mercato. Il ciclo produttivo è frazionato, avviene in unità esterne come filiazione della grande industria e non è capace di innovazione tecnologica e organizzativa”. (3).

ANNI ’60 IL COMMERCIO IN MOSTRA PERMANENTE

Agli inizi degli anni ’60 la ditta Lenzi ha ampliato il commercio in mostra aprendo la seconda esposizione permanente nella piazza principale della città, in un palazzo a tre piani in cemento armato e con grandi vetrate. Alla fine degli anni ’60 ne aprirà una terza davanti alla prima, in un palazzo a sette piani, completamente di vetro. Ben presto nella via di accesso alla città si moltiplicano le mostre di mobili sul modello di quelle Lenzi a servizio della domanda interna. Il mercato estero sia quello raggiunto alla Fiera di Milano sia quello raggiunto nel nord Africa è sempre in mano alla ditta Lenzi. In questo periodo di pieno boom economico nascono le prime ditte concorrenti alla Lenzi come la Cimot, la Mantellassi e la Michelozzi: la seconda nata come rivendita di legname poi cresciuta anche come tappezzeria, la prima nata come industria specializzata nel mobile di legno. I piccoli laboratori artigianali si uniscono nel Consorzio Mobilieri per i quali l’amministrazione Comunale costruisce una sede adibita ad uffici e ad esposizione dei prodotti.

ANNI ’70 NASCITA DELL’AREA INDUSTRIALE 

Dopo la chiusura per incendio della ditta Lenzi la filiera del mobile si espande e si completa in aree a destinazione produttiva mentre la via di accesso alla città si connota per la destinazione commerciale. Ma Il mercato conquistato da Lenzi e il know how delle maestranze non si disperdono e vanno a beneficio dell’indotto. In Italia e a Quarrata è il periodo d’oro della piccola impresa “favorita da fattori endogeni come la mezzadria, l’artigianalità diffusa, la famiglia come unità produttiva, ma anche da fattori esogeni come l’inserimento dell’Italia nel mercato comune europeo, dove l’impresa a scarso impiego di capitali e a bassa produttività non è conveniente e induce l’Italia alla specializzazione di settori a basso capitale per la flessibilità garantita dal lavoro terzista e a domicilio” (4).

ANNI ’80 CRESCE L ‘EXPORT

Stare sul mercato europeo spinge le aziende a meccanizzarsi, ad adeguare i luoghi di lavoro in igiene e in sicurezza e ad adottare sistemi di vendita nuovi come il catalogo. Dopo la Libia degli anni ’60, ora la Francia e l’Olanda degli anni ‘80 richiedono un prodotto rappresentativo dello status symbol come lo “scorniciato”. Il salotto scorniciato si connota per la presenza di una cornice elaborata (intagliata) a vista. Questa tipologia ha talmente successo sul mercato europeo prima e su quello orientale dopo, che incrementa la nascita delle falegnamerie a cui le ditte più grandi ne affidano la lavorazione.

ANNI ’90 MERCATO GLOBALE E PRODOTTO DI QUALITA’

Le ditte proseguono il rinnovamento dei processi produttivi, delle strategie di vendita, e la ricerca di manodopera di livello più alto, che purtroppo manda in esubero le maestranze. Conquistano i mercati del Medio Oriente, della Russia, della Cina e dell’Australia. Avviano esperienze di progettazione del prodotto di qualità affidandosi ai designer. Nascono i Consorzi “Sofà”, “Quarrata Qualità”, “Genius per l’imbottito”.

ANNI 2000 LA RISPOSTA ALLA CRISI GLOBALE DEL 2008

Il Comune, la Regione e le associazioni di categoria realizzano i progetti “Toscana Forniture Show” (2010) a Villa La Magia e “Abitare l’Arte” (2012) che partecipa all’Expo 2015. Sono risposte positive alla grande crisi economica mondiale del 2008 che si abbatte sull’ economia locale causando una brutale selezione tra le imprese. Agli inizi del 2000 parte la riqualificazione urbana del centro abitato, che avanza, pur se lentamente, nella ricerca dei capitali e dei soggetti attuatori. Anche la città reagisce avviando il recupero dei capannoni abbandonati e delle mostre espositive ormai vuote.

Tratto da “L’Artigianato del Mobile nel ‘900 a Quarrata” di Paola Petruzzi e Rosita Testai, Ed. Regione Toscana, 2019
1), 2), 3), 4), 5) da Pistoia Rivista 1981 a cura di Ufficio Studi Provincia di Pistoia e di Volpi, Cella, Molinari.

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